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ABSTRACT
L'autore ha voluto indagare, con il presente lavoro, il modo in cui si afferma e si articola nei suoi vari aspetti, presso i filosofi antichi, la teoria della verità come adaequatio, che il dottore Angelico attribuisce al filosofo ebraico Ysaac ben Israeli. Il risultato di questa ricerca è che tale concetto si può già riscontrare qua e là nei filosofi presocratici e poi via via nei sofisti, anche se ciò potrebbe sembrare strano, e poi ancora in Piatone, Aristotele, Epicuro, negli stoici e perfino negli stessi scettici, i quali fanno leva proprio sull'impossibilità dell'adeguazione per sostenere l'impossibilità della conoscenza.
Quest'ultima, così come raggiunge dapprima in Piatone e poi soprattutto in Aristotele la sua definitiva sistemazione concettuale, è costituita da due movimenti: un movimento che va dall'oggetto al soggetto (processo di assimilazione, nel quale l'oggetto si adatta al soggetto) e un movimento che va dal soggetto all'oggetto (processo 'di accomodamento, nel quale il soggetto si adatta all'oggetto). Il risultato di questi due movimenti, convergenti l'uno nell'altro, è la produzione nella mente della verità, che si definisce come adeguazione, riscontrabile solo a livello di giudizio, tra l'intelletto e l'oggetto esistente nella realtà esterna alla mente
Anno | 2002 |
Città | Napoli |
Isbn/Issn | 9788889094013 |
Descrizione fisica | 444 p. ; 24 cm |
Rilegatura | Brossura |
Fuori catalogo | Fuori catalogo |
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